sabato 23 maggio 2009

Il Jazz: storia ed evoluzione dal 1940 al 1960


L'avvento della seconda guerra mondiale pose fine al periodo delle grandi orchestre, la maggior parte delle quali, nel corso del decennio, dovettero chiudere.
Nel 1945 un gruppo di giovani musicisti si ritrovavano fino a tarda ora alle jam session che si tenevano in due locali di Harlem, il Minton's Playhouse e il Monroe's, da loro nacque uno stile jazzistico nuovo, il be bop.
Questo stile che, con una parola ricorda il suono di una cadenza di due note che ricorre nei brani, venne prima detto rebop, poi bebop o semplicemente bop: Be-Bop fu anche il titolo di un brano inciso da Dizzy Gillespie nel 1945, che si può dire segni l'inizio ufficiale del movimento.
Il bebop riprendeva molte delle lezioni della musica recente, insegnate da protagonisti come Coleman Hawkins, Art Tatum e Lester Young, aggiungendovi un nuovo approccio al trattamento armonico dei brani, tempi velocissimi, propulsione ritmica non convenzionale e, per la prima volta dalla nascita del jazz, scarsissimo riguardo per la ballabilità e commerciabilità della produzione musicale.
I pionieri indiscussi del genere furono il sax alto Charlie Parker e il trombettista Dizzie Gillespie.
Nel breve periodo in cui suonarono assieme i due formalizzarono e resero popolare lo stile che avevano inventato, documentato in una serie di incisioni storiche che essi fecero per la Dial Records.
Altri protagonisti del bop furono: il pianista e compositore Thelonius Monk e il suo amico (anch'egli pianista) Bud Powell, il batterista Kenny Clarke, il trombettista Fats Navarro, il sassofonista Sonny Rollins, il batterista Max Roach sono solo alcuni dei principali protagonisti di questo movimento.
Gli atteggiamenti non solo musicali e le dichiarazioni dei bopper crearono una frattura generazionale con molti dei musicisti che li avevano preceduto (uno dei più noti critici dei bopper fu Louis Armstrong).
La frattura si estese anche al grande pubblico che proprio in questo periodo abbandonò il jazz per rivolgersi ad altri generi: il jazz, dopo avere dominato le classifiche per decenni, divenne quasi di colpo una musica d'arte, che cercava il suo pubblico tra gli artisti e gli intellettuali.
Avvertendo gli umori del pubblico, in gran parte sfavorevoli alle complessità e alle asprezze del nuovo genere, Gillespie tentò di smussarne gli spigoli in vari modi: uno dei più proficui si rivelò la contaminazione della sua musica con elementi di musica afro cubana. L'esperimento non ebbe molto successo ma il rapporto tra jazz e musica latino americana avrebbe continuato nel tempo.
La reazione agli aspetti più estremi dello stile bebop iniziò già alla fine del decennio, ad opera di musicisti che avevano militato (e che a volte continuarono a farlo) nel movimento boppista.
Questo movimento, che dalle sue caratteristiche melodiche e rilassate, prese il nome di cool jazz, si sviluppò tra la fine degli anni 40 e l'inzio degli anni 50 e fu uno dei primi casi in cui uno stile nato a New York migrò sulla costa trovando più seguaci in California che nella zona di origine.
La data di nascita convenzionale del movimento viene di solito fissata nel 1949 con la registrazione dell'album Birth of Cool di Miles Davis, suonato con Gerry Mulligan e Lee Konitz.
Altri protagonisti del movimento cool sarebbero stati il trombettista Chet Baker (che si rivelò attraverso la sua partecipazione ad un famoso quartetto pianoless capeggiato da Gerry Mulligan) , i pianisti Lennie Tristano e il sassofonista Stan Getz.
Il cool jazz piaceva soprattutto ad un pubblico di nicchia, come era già accaduto per il bebop.
Il divorzio tra il jazz e il grande pubblico era definitivamente sancito.
Nello stesso tempo (siamo ormai all'inizio degli anni 50) i bopper sentivano il bisogno di una maggiore accettazione da parte dell'industria dell’intratteni-mento, e abbandonato il periodo dello sperimentalismo iniziarono a creare formazioni il cui scopo era fare musica più orecchiabile non tanto per il grande pubblico, (fedele al genere pop e che presto avrebbe cominciato ad ingrossare il pubblico di un nuovo genere chiamato rock) quanto per il pubblico colto di classe media che aveva trovato nel jazz la colonna sonora ideale per le proprie serate.
Mentre lo stile di vita autodistruttivo esemplificato da Parker apriva vuoti tra le loro fila (lo stesso Parker morirà, non ancora trentacinquenne, nel 1935) i giovani musicisti che erano stati i protagonisti del movimento bebop e che non passarono al cool addomesticarono il bebop che in parte mutò volto e nome divenendo hard-bop.
La musica Jazz si può considerare come un varco verso altri mondi musicali: un genere che, partendo dalle forme popolari del blues (si può dire che tutta la musica moderna discende dal blues), degli spiritual e incorporando via via altre forme di musica nera (ad esempio il ragtime degli anni 1920) arrivò ad utilizzare una base come punto di partenza per modificare di continuo il modulo armonico.
Tutta la musica jazz è stata definita come colta, appunto per il presupposto della conoscenza della musica classica e dei vari generi musicali.
Il passaggio di qualità può attribuirsi a George Gershwin, musicista di grande valore, figlio di emigranti russi, morto giovanissimo ma che ebbe dei maestri importanti e fu ispirato da autori come Debussy e Ravel.
La sua produzione è incredibilmente vasta, ma restano più valide le opere definite minori (circa 700), utilizzate ancora oggi come inesauribili fonti di ispirazione.

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