giovedì 3 ottobre 2013

I Grandi del Jazz: 24 - Oscar Peterson




Oscar Emmanuel Peterson nasce a Montreal in Canada nel 1925, uno straordinario virtuoso del pianoforte e un grande compositore.




Fondamentale nello studio del jazz e ritenuto uno dei migliori pianisiti della musica moderna.
Un artista che ha fatto scuola, la sua sbalorditiva tecnica pianistica di derivazione blues lo rende subito riconoscibiule in qualsiasi contesto.
I suoi testi di esercizi jazz per giovani pianisti sono ancora oggi utilizzati da chiunque voglia suonare il pianoforte.




Nel 1939 vince un concorso per diliettanti,la passione per il jazz lo convince ad intraprendere una delle carriere più brillanti di tutta la musica afroamericana.




Il grande jazz è negli Stati Uniti, gli chiedono di trasferirsi a New York ma il giovane Oscar rifiuta qualsiasi offerta e rimane a Montreal dove forma un trio con Bert Brown al basso e alla batteria Frank Gariepy che verrà poi sostituito da Roland Verdon e da Russ Dufort.






Inizia ad avere un grande successo, la fama di questo ragazzo prodigio varca i confini e se ne comincia a parlare dovunque, sostenuto da gente come Duke Ellington e da Coleman Hawkins.






La grande svolta è del 1949 quando il grande impresario Norman Granz finalmente lo convince a seguirlo negli States.
Nel settembre dello stesso anno il grande debutto alla Carniegie Hall di New York nell'ambito della rassegna fondata da Granz stesso Jazz at Philarmonic.



Il successo è immenso, il giovane Oscar diventa quello che tutti gli riconoscono: il più grande pianista jazz dai tempi di Art Tatum.




E proprio l'avvicinamento a Tatum il suo più grande premio, Oscar lo ha sempre considerato il suo maestro, la sua tencica formidabile deve molto all'arte di Tatum.

Nel 1950 è già in sala d'incisione e con al basso Ray Brown e poi Major Holley registra una splendida versione di Tenderly che diventa subito un grande successo.




Nel 1952 torna al trio, che sarà la sua formazione preferita,si aggiunde il chitarrista Herb Ellis, nasce così uno dei migliori gruppi jazz degli anni 1953-1958.
Nello stesso periodo suona con Ella Fitzgerald, Louis Armstrong, Lester Young e Gerry Mulligan.




Nel 1958 Herb Ellis passa con la Fitzgerald e Oscar decide di eliminare la chitarra e di utilizzare la batteria con Ed Thigpen.




Il cambiamento è notevole, il pianoforte diventa ancora di più centrale, è la base dell'andamento ritmico,il suo stile arriva a sfiorare il funky.

Thigpen rimane fino al 1965, poi seguiranno Bobby Durnham, Ray Price e i bassisti Sam Jones e George Mraz.




Nel 1960 fonda la Advanced School of Comtemporary Music, un centro di studio per giovani musicisti, nella quale insegna lo stesso Peterson e i collegi del trio, insieme ad altri musicisti canadesi.
La scuola ha subito successo ma Peterson è sempre in giro per il mondo e non ha tempo per occuparsene,dopo 4 anni chiude.





Nel 1964 registra il famoso Canadian Suite, il massimo livello delle sue qualità compositive.

Nel 1965 registra With Respect to Nat, in ricordo della scomparsa di Nat King Cole,meno prestigioso ma particolare, è uno dei pochi casi in cui si esibisce anche come cantante.




Negli anni '70 è molto attivo, suona con il chitarrista Joe Pass e il bassista Niels Pedersen, registra in duo con Count Basie, duetta con grandi trombettisti come Dizzy Gillespie e Roy Eldrige.



Incide molto la sua discografia è vastissima e tutta di ottima qualità, da ricordare album storici come At Zardi’s del 1955, The Oscar Peterson Trio At The Concertgebouw del 1958, Plays Porgy & Bess del 1959, Oscar Peterson Plays Duke Ellington Song Book del 1959, nonchè i pluricelebrati Night Train del 1962 e Oscar Peterson Trio Plus One del 1964.


Negli anni '80 ha problemi di salute e dirada molto la sua attività.

Nel 1990 uno stupendo ritorno,incide 4 album molto belli con gli amici Ray Brown e Herb Ellis.






Nel 1993 ha un ictus da cui non guarirà mai completamente e che gli lascia la mano sinistra paralizzata.






Inizia la ginnastica riabilativa ma la mano non tornerà più quella di prima, riprenderà faticosamente a fare concerti forte solo di un talento straordinario.

Gli ultimi concerti lo vedono suonare praticamente con la sola mano destra e così menomato riuscire ancora ad incantare le platee.

Plateee incantate da un talento immenso, forse troppo al servizio dello spettacolo e dell'esibizione tecnica fine a sè stessa, ma rapiti dalla nostalgia di ascoltare un jazz che scomparirà con lui, ultimo dei grandi artisti di questa musica.

Muore nel 2007 per una insufficienza renale.

Archivio blog