sabato 7 dicembre 2013

I Grandi del Jazz: 26 - Stan Getz






Stanley Gayetsky (1927-1991) suona il sassofono tenore, il suo stile ricco di calore e lirismo si abbinava perfettamente a quel Cool Jazz di cui stato uno dei massimi esponenti.







Inizia a suonare molto giovane, a sedici anni entra nel gruppo di Jack Teagarden, passa poi con le principali orchestre del tempo, facilitato in questo dal fatto di essere bianco.

Nel 1944 con Stan Kenton, nel 45 con Jimmy Dorsey e nel biennio 45-46 con quella di Benny Goodman.



Nel 1947 suona con Tommy De Carlo, viene scelto da Woody Herman per la sua grande orchestra, dove diventa voce solista.
Insieme poi ad altri tre sassofonisti Herbie Steward, Zoot Sims e Serge Chaloff forma il Four Brothers Sound, famoso è il loro brano Four Brothers.





La sua carriera,sempre ostacolata dal consumo di eroina, viene in parte offuscata da un momento storico che vede sulla scena musicale tanti giganti insieme: insieme a lui escono Sonny Rollins e John Coltrane, che condizionano lo stile del sassofono tenore e l'evoluzione del jazz stesso.
Anche nel Cool il suo ingresso coincide con quello di Gerry Mulligan, grande sperimentatore e forse più personaggio, diventerà il vero emblema della corrente.
Un Mulligam che però non riuscirà mai ad arrivare ad egualiare i suoi assoli e il suo livello artistico.






Nel 1958 Stan si stabilisce in Danimarca in modo da sfuggire alla legge americana che lo perseguiva per spaccio e consumo di eroina.








Ritorna dopo tre anni ma non riesce a trovare ingaggi, è passato di moda, suona in locali semivuoti, si deve accontentare di paghe decurtate.
Il Cool è in crisi, si afferma l'Hard Bop ma soprattutto è il Free Jazz che inizia a dilagare, con poco o niente successo commerciale, ma confondendo la mainstream, la strada maestra del jazz, creando confusione fra le nuove leve.

Gli artisti della vecchia guardia iniziano a studiare come coniugare il jazz ad altri generi musicali, fra tutti la più utilizzata sarà la musica popolare brasiliana.






Nei primi anni sessanta il chitarrista Charlie Byrd,in tourneè in Brasile, ascolta per la prima volta la bossa nova di Joao Gilberto.







Gilberto suona la chitarra utilizzando la batida,un modo particolare di usare la mano destra sulle corde senza arpeggio ma alternando il pollice sui bassi e pizzicando le corde con le altre dita, spesso con il tapping della mano sinistra.





Ritorna negli Stati Uniti e si incontra con Getz, nasce così l'album Jazz Samba con brani di Antonio Carlos Jombin.





L'album con il singolo Desafinado ha uno straordinario successo commerciale tanto da essere ritenuto il disco di jazz più venduto di ogni tempo.

Stan Getz dopo anni di oscuramento,nei quali aveva perso lo scettro di sassofonista più popolare nei confronti di John Coltrane, torna ad essere acclamato e ricercato da locali e discografici.
Il successo traina anche l'album precedente Focus del 1961, lavoro molto bello arrangiato splendidamente con una orchestra d'archi da Eddie Sauter, già arrangiatore di Benny Goodman.



Nel 1963 Getz/Gilberto, altro grande successo con Joao Gilberto, la moglie Astrud e Jobim.

The Girl From Ipanema cantata da Astrud ripete il successo e diventa il brano brasiliano più popolare in assoluto.





Nello stesso anno Jazz Samba Encore con Luiz Bonfà e Antonio Carlos Jobim.
Iniziano una serie molto fortunata di tourneè in tutto il mondo, Stan e Gilberto hanno uno straordinario successo.

Nel 1966 esce Getz/Gilberto#2, registrato alla Carnegie Hall, famoso concerto ritenuto l'apice dell'avventura brasiliana.

La fortunata collaborazione finisce improvvisamente per un motivo molto prosaico: Gilberto scopre la relazione fra sua moglie Astrud e Stan.




Seguono anni di successo altelenante, ripete in giro per il mondo gli stessi brani, ma non è più la stessa cosa e poi non riesce a smettere di drogarsi.

Ma è una vera stella del jazz e cerca nuove strade: suona con Chick Corea, prova la Fusion, elettrifica il suo sassofono.





Il suo fisico è provato da tanti anni di droga e nel 1987 decide seriamente di disintossicarsi.

Inizia una splendida collaborazione con il pianista Kenny Barron.





Il suo ultimo concerto è del marzo 1991,dopo l'uscita del suo album People Time.
Un concerto stupendo dove Stan,ormai in fase terminale per un devastante tumore al fegato, suona con un lirismo senza eguali.

Kenny Baron al piano gli fornisce uno splendido supporto, e lui riesce a tirare fuori tutta la sua classe, unita a tanta malinconia.





Suona una musica eterna, brani unici, fra tutti First Song, in quello che è poi diventato il suo testamento musicale.










Muore tre mesi dopo, a giugno dello stesso anno.

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